Campionato Mobi: prime impressioni
Un po’ come tutti, il tempo a mia disposizione non abbonda di certo e quando produco birra lo faccio in funzione di ciò che mi frulla in testa al momento, per qualcosa che (sulla carta) piace a me e che vorrei perfezionare sempre più. Come sicuramente avrete capito sono un tipo noioso, ripetitivo, che ama produrre una birra più e più volte, cercando chissà cosa. Ebbene, queste sono sostanzialmente le motivazioni che non mi fanno partecipare al campionato italiano seriamente. E poi, diciamolo, le mie sono birre ordinarie, di facile bevuta e, anche sulla carta, non chissà quali mostri di complessità ed intensità. Poche cose, ma fatte bene.
I miei risultati
Spinto principalmente (per non dire unicamente) dal mio amico Matteo Selvi (che dal 2017 è giudice BJCP), ho iscritto le mie birre a quattro tappe del campionato nel 2017 ed ho effettivamente partecipato con tre: a Maggio e a Novembre al Dome di Nembro (sotto ’50 e Birre di Natale), a Giugno a Massarosa (Una birra in Versilia). I risultati sono stati incoraggianti. A Maggio, la prima tappa in assoluto, ho ottenuto un punteggio di 35 e uno di 34 su 50 con la mia Mercurio. La birra è piaciuta molto, peccato averla iscritta come American IPA invece di APA, perciò è stata considerata fuori stile. “Non male, tutto sommato, per un birra fuori stile” mi sono detto.
A giugno ho mandato due birre: la Iperzeus, Pilsner con dry hopping, e una bock. La prima ha ricevuto un 23 e un 24: ossidata, leggero gushing (cosa che in tutte le altre bottiglie non è mai successa) ma soprattutto, complici le temperature infernali della calda estate, è arrivata nel bicchiere dei giudici calda. Grazie a ciò ho però capito che in quella birra avevo avuto un problema, incamerando ossigeno, probabilmente all’imbottigliamento. La bock è andata meglio, ottenendo due 40: devo necessariamente lodarmi (viva la modestia!) dicendo che ha fatto colpo, nonostante non sia piaciuta l’evanescenza della schiuma che era tutto tranne che abbondante. Sia a Maggio che a Giugno ho avuto Simonmattia Riva come assaggiatore, il che è un bello stimolo: nella Bock è persino riuscito a sentire una nota di fragola all’esame gustativo, mentre io mi limito tutt’ora a sentenziare “è una Bock” e più in là non vado.
A novembre ho partecipato con una birra di natale scura, con una leggera presenza di tostato a bilanciare la cannella presente. Nonostante gli otto gradi è, complice un mash molto alto, una birra piena e molto impegnativa che ho chiamato “La Barriera” in onore al trono di spade. Il punteggio qui è stato di quarantadue e quaranta, davvero niente male. So per fonti traverse che purtroppo ho avuto la “sfortuna” di capitare nella batteria di Sebastiano Cannata, che ha vinto quella tappa e si è così riconfermato campione italiano, e perciò non sono riuscito a passare in finale nonostante a punteggi la mia birra sia risultata essere subito dietro il podio.
Il campionato, per i raduni
Punteggi a parte, ho fisicamente presenziato solamente a due tappe (Maggio e Novembre), mentre a Giugno le birre mi sono state portate. Devo dire che sarebbe di gran lunga preferibile muoversi e partecipare al raduno di mattina, mentre i giudici svolgono il loro oneroso compito, se non altro per fare nuove conoscenze. Nonostante l’ora non proprio tarda, si beve in compagnia birre homebrewed, si assaggia, si giudica, ci si rende conto di quello che c’è all’infuori delle nostre quattro mura domestiche. Questo aiuta a crescere e a stringere una rete di relazioni che può coprire tutta l’intera penisola ed isole. Il mondo di chi fa birra in casa è molto piccolo e grazie ad internet è un po’ come una grande famiglia allargata dove si parla, si discute, ognuno dice la sua (non ci sono mai certezze nell’homebrewing). Quando ci si ritrova insieme a bere (purtroppo e per fortuna) le chiacchiere vengono a meno: si può così, eliminato tutto il resto, confrontare con le proprie produzioni quelle di birrai che magari si conoscono solamente in virtuale e trarre le dovute conclusioni. Tutto ciò aiuta più di ogni altro panel, corso o guida, perché in linea di massima noi homebrewers siamo molto disponibili a condividere le informazioni. In altre parole: un’occasione così per crescere a livello birraio non l’avrete facilmente. Perciò sfruttatela.
Dalla mia breve esperienza mi sento dunque di consigliarvi di partecipare con qualche birra a qualche tappa del campionato, per avere un riscontro il più possibile oggettivo da persone molto competenti e, invece di spedire, partecipare se possibile all’evento, portando le vostre birre da degustare e da scambiare poiché, vi garantisco, se molte persone vi sembreranno antipatiche, magari perché circondate da saccenteria, con tantissime altre passerete una bella giornata a bere e a scambiarvi opinioni.
La birra, si sa, ha il potere di unire le persone.