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Errori e birra in casa

Tutti abbiamo fatto cagate, nel nostro hobby più che in altri. Con un pizzico di autoironia vorrei perciò elencarvi gli errori, più o meno grossi, che ho fatto nella mia carriera di birraio casalingo e aggiungerne qualcuno di qualche amico e collega. Questo per farvi evitare alcuni sbagli e anche per riderci sopra, che male non fa. In fondo nessuno è perfetto e, si spera, dagli sbagli si impara.

Il densimetro

I densimetri rotti si sprecano. Partiamo da quello rotto per lavarlo, quello scivolato a terra mentre lo rimettevo nella custodia, fino a quello che è caduto perché non l’avevo fatto. Alla fine ho scelto di comprarmi un rifrattometro e acquistare più il densimetro.

Le guarnizioni

Le guarnizioni cadute nel keg pieno, nella pentola di ammostamento calda, in quella di bollitura rovente… Partiamo da quelle segate a metà grazie al buco nel fermentatore non limato, passando per quelle che mi son scordato di mettere nel fermentatore o su un qualche rubinetto, trovandomi (una volta riempito il fermentatore) con un lago per terra. L’avventura si concludeva infine con me che, imprecando a denti stretti, sanificavo al volo un fermentatore per travasare la birra.

Il pellet

Il pellet tende a tappare. Bisogna sempre fare un buon whirlpool alla fine della bollitura o usare degli appositi filtri. Il rubinettto poi andrebbe sollevato di almeno un paio di centimetri dal fondo. Si rischia di tappare tutto. Ma la cosa peggiore rimane il luppolo incastrato nei tubi e nei raccordi usati per gli impianti di spillatura. Una volta tappai completamente uno dei miei rubinetti e dovetti smontarlo per intero. E io che pensavo di fare solamente un veloce intervento di manutenzione ordinaria!

Il lavandino

Il lavandino è maledetto. Prima di tutto, si perdono nello scarico un sacco di cose: guarnizioni, piccole parti in acciaio e in plastica di attacchi, innesti, e parti più o meno piccole di sonda o micropompe. Sarebbe meglio comprare uno di quei filtrini in acciaio da applicare allo scarico del lavandino. Semplicemente, lo mettete prima di iniziare a pulire o lavorare e lo togliete quando avete finito. Col tempo diventa automatico ed è facile facile. Salva un sacco di rogne e qualche soldo.

In un secondo tempo mi sento di spendere qualche parola in più sul lavandino. Sarebbe buona norma pulirlo prima di iniziare qualsiasi attività brassicola. Questo specie se è utilizzato anche per altro (specie quelli di cucina, stanza del bucato o garage). Nei rubinetti infatti può accumularsi una buona quantità di sporcizia o batteri e così anche nel lavello. Suggerisco una passata, come faccio io, con spugna gialla contenente candeggina e detersivo per i piatti. Facile, economico, veloce e potenzialmente salvavita.

La pressione

Lavorando in pressione, anche io mi sono fatto la mia bella dose di docce. Quando è andata cene con acqua o soluzione sanitizante, ma anche con la birra appena prodotta (più raro) o con quella fermentata. Sempre e ripeto SEMPRE, pensarci due volte prima di collegare un rubinetto, un innesto o qualsiasi altra diavoleria a fusto/fermentatore/bottiglia. Appena può sfiatare la CO2 coglie occasione per farlo. A pressioni elevate (sopra i 10psi) si assistono a spettacolari e irruente fontane. Attenzione.

Complicato è bello

Iniziai a fare all grain con una black ipa. Poi una volta feci una ricetta con tanti di quegli ingredienti strani che anche solo sulla carta faceva orrore. Pensate che in germania fanno birre con solo una manciata di ingredienti da secoli! E il tutto non fa neanche poi così schifo.

So che la voglia di sperimentare è tanata, ma io manterrei gli esperimenti al minimo, soprattutto agli inizi. Impara l’arte e mettila da parte, tutto a tempo debito, chi vivrà vedrà. I motti di saggezza popolare si sprecano. Seguiteli. Pensate che una volta, quando ero navigato in questo mondo, feci un ricetta di birra alla zucca. Ebbene, faceva cagare.

Le piccole parti, i dettagli

Conosco un homebrewer che per sanificare metteva in una ciotola il sanificante con un cucchiaio e poi mescolava. Poi versava il tutto dentro al suo troncocnico. Ebbene, una volta si scordò dentro alla ciotola il cucchiaio. Poi versò il tutto nel fermentatore, non accorgendosene. Quando andò ad aprire il rubinetto inferiore per lo spurgo il cucchiaio si incastrò in mezzo allo stesso. Vi lascio presagire le imprecazioni, gli urli e le conseguenti pulizie. Inutile dirlo, della birra non rimase nemmeno una goccia.

Oppure come non ricordare quella volta che ai miei amici cadde un neon della vetrina frigo riadattata a camera di fermentazione proprio dentro il fermentatore aperto perché non era stata fissata bene con la sua piccola vite?

O quella volta che, dopo la pulizia della mia pompa a trascinamento magnetico, mi scordai di rimontare una piccola arperella di acciaio che finì nel bidone? Girai dieci ferramente diverse prima di trovarne una che facesse al caso mio.

Lo smaltimento delle trebbie

Ho il brutto vizio di lasciar raffreddare il trub fuori dal garage e poi svuotarlo tutto d’un colpo nel sacchetto dell’organico. L’arternativa è lasciare il tutto per le galline. Una volta i malti esausti rimasero lì per una settimana, in modo che fermentarono e poi fecero ubriacare le galline.

Un’altra volta non controllai se c’era qualcosa in mezzo alla pentola di ammostamento e sversai il tutto nel bidone. Mi accorsi prima che passassero a ritirare l’umido che lì dentro era finito il cappuccio in silicone che uso per lo sparge e costa un rene. Col malt pipe non fui così fortunato e dovetti ricomprarlo.

Questi sono solo alcuni errori che sono stati commessi e possono essere fatti, sia dai più navigati che dai principianti. La maggior parte di essi viene fatto senza pensarci troppo sù, altri per pigrizia, altri ancora sono le conseguenze di cattive abitudini. Dunque attenzione!

E invece, quali sono i vostri errori più assurdi?

Iacopo Zannoni

Da sempre bevitore di birra, scopre quasi per gioco il mondo dell'homebrewing e ne rimane incantato. Paranoico, attivo e molto noioso, nella vita è attualmente un laureato in lettere con velleità editoriali. Nel tempo libero cerca di spacciarsi come macellaio.

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